ANALISI DEL SUCCESSO PLANETARIO DEL PINOT GRIGIO

Un’uva le cui origini geografiche non sono molto chiare, ma lo è l’origine ampelografica in quanto mutazione genetica del Pinot Nero

Quando

25/09/2023 • 19:00

Dove

Agriturismo Il Nido di Bacco Cantina Maero

SALUZZO, Via Provinciale 12

Quota di partecipazione

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La quota associativa annuale è di € 0,00.
Per i “JUNIOR” (i nati tra 2007 e il 2025) la quota associativa è ridotta a € 0,00.

*La quota associativa è valida per l’anno corrente.

Cosa comprende l‘evento

Montezovo - Pinot Grigio delle Venezie Wohlgemuth - 2020 Le vigne di Zamo' - Pinot Grigio Ramato - 2021 Lo Triolet - Pinot Gris - 2021 Alois Lageder - Pinot Grigio Porer - 2021 Domaine Marjian Simicic - Pinot Grigio BRDA Classic - 2022 Domaine Meyer Fonne' - Alsace Pinot Gris Reserve - 2019

Programma e informazioni utili

Il vitigno Pinot Grigio nasce con tutta probabilità in Borgogna e deriva da una mutazione genetica del Pinot Nero. Subito dopo si è diffuso in Alsazia e in parti della Germania sud-occidentale, dove prende il nome di Ruländer, e dove viene in ampia prevalenza vinificato “in bianco”. Il Pinot grigio, infatti, è un vitigno a bacca rossa o, meglio, ramata, e la parola “grigio” è esemplata dal francese gris, che può significare anche “rosa”, in quanto né bianco né nero (o né rosso né bianco). Inizialmente ha dato vita a vini dal colore aranciato carico, ramato, appunto, e solo in seguito, con l’evoluzione delle tecniche di produzione, ha finito per diventare la base per vini bianchi.

Un’altra ipotesi è legata a una celebre leggenda che sostiene che verso il 1565 il barone Lazare de Schwendi, che serviva la Casa d’Austria nella lotta contro i Turchi, riportò con sé in Alsazia alcune piante di vite dalla città di Tokay, in Ungheria. Proprietario di terreni nel Baden e in Alsazia, avrebbe ordinato di far moltiplicare le piante a Kientzheim (dove esiste ancora il suo castello, proprietà della Confrérie Saint Etienne). All’epoca, infatti, le regioni viticole dei paesi europei sognavano di produrre il pregiatissimo Tokay d’Ungheria, elaborato a partire dal vitigno Furmint. Ma, secondo le tesi di diversi ampelografi, è verosimile che il vitigno portato da Lazarre de Schwendi non corrispondesse quello ungherese. Con il nome di Grauer Tokayer, sarebbe stato sostituito con il Pinot Grigio originario della Borgogna e celebre per le sue qualità e per la facoltà di produrre vini molto concentrati. 

Oltre che per i suoi aspetti ampelografici e gustativi, il Pinot Grigio ha attirato l’attenzione del mondo vitivinicolo per la storia tormentata dei vari nomi attribuitigli. Chiamato Grauer Tokayer prima del 1870, fu nel corso dei secoli chiamato Tokay grigio, Tokay d’Alsazia, Tokay Pinot Grigio e infine, dal primo aprile 2007, Pinot Grigio.

Da noi il Pinot Grigio è arrivato dopo la filossera e prevalentemente nelle regioni del nord-est. In Friuli-Venezia Giulia, in alcune aree del Veneto orientale, in Trentino e in Alto Adige. C’è un po’ di Pinot Grigio in Oltrepò Pavese, dove viene utilizzato prevalentemente nella spumantistica, e anche il Val d’Aosta, come vitigno base della Malvoisie de Nus. Persino in Toscana, nella zona a Doc del Pomino, dove è in uvaggio con altre varietà per la produzione di Pomino bianco.

Ma il grande sviluppo del Pinot Grigio da noi inizia con una data precisa, la vendemmia del 1960, quando la Santa Margherita, famosa cantina veneta di Portogruaro di proprietà del gruppo Marzotto, fece uscire un vino che sarebbe divenuto un grande successo internazionale

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