Atri per alcuni giorni diventa il centro delle Colline Teramane. Cessa di essere un rifermento autostradale e diventa una realtà non solo meramente geografica. Inattesa, ricca di riferimenti storici, testimonianza di una storia “provinciale” trascurata e per questo sorprendente. Una degna cornice all’evento” Focus Colline Teramane” che ha messo mirabilmente al centro il Montepulciano d’Abruzzo di questo splendido territorio non a caso l’unica DOCG della regione. Recentemente confluita sotto il grande ombrello della Doc Abruzzo, continua a contraddistinguersi per qualità e dinamicità di una proposta che può definirsi come la parte più avanzata di tutto il comparto. Opportunamente il Comitato delle Colline Teramane (ex Consorzio) quest’anno ha voluto cambiare nome, chiamando la manifestazione “Focus” al posto di Anteprima che poco si prestava data la diversità di annate proposte. Veniamo ai vini: 41 vini in degustazione, più 8 vini “archivio” dal 2005 al 2003 e un “fuori catalogo” (4 vini) molto interessante con annate 2002-2000-1998. Sui vini bianchi (Trebbiano e Pecorino) ci sono sembrati ancora poco centrati e comunque troppo pochi campioni per darne un giudizio. Stesso discorso vale per il Cerasuolo, dove la diversità cromatica resta uno dei problemi che “salta all’occhio” e che la revisione del disciplinare dovrebbe regolamentare fissando un range di punti colore entro cui muoversi.
Montepulciano d’Abruzzo DOCG
Sul fronte dei Montepulciano, presentate le annate 2022 (soprattutto) e qualche 2021 e 2020, occorre segnalare una tendenza a minore concentrazione sia nel colore che nelle strutture, anche l’uso dei legni sembra gestito molto più sapientemente che in passato e sicuramente meglio che nella DOC. In particolare alcune interpretazioni della 2022 ci sono sembrate già oggi bevibili e piacevoli, senza tradire il carattere originario. Resta comunque vino austero e con una carica tannica ben definita e incisiva, ma il tutto disposto in modo più armonico, più in linea con la tendenza al consumo di vini sempre meno opulenti e concentrati e con un più equilibrato apporto del rovere.
Montepulciano d’Abruzzo Riserva DOCG
Netto lo stacco qualitativo quando si parla di Riserva, dove lo stile interpretativo si misura sulla distanza, oltre che sulla selezione delle uve e naturalmente sulla bontà della vendemmia. E’ in questa tipologia che il Montepulciano delle Colline Teramane mostra come il tempo giochi nettamente a favore di questo vitigno. Anche qui sia nelle interpretazioni più contemporanee che in quelle tradizionali, l’uso del legno è sicuramente meno invasivo e rende pienamente giustizia a questo vino troppo spesso, in passato, offuscato da pratiche di affinamento in legno esasperate.
I nostri migliori assaggi:
Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo DOCG
Nicodemi Le Murate 2022
Nicodemi Cocciopesto 2022
Strappelli Colle Trà 2018
San Lorenzo Oinos 2005
Riserva
Montori Fonte Cupa 2020
Terraviva Lunae 2020
Illuminati Zanna 2020
Lepore Luigi Lepore 2020
Centorame Castellum Vetus 2019
Contucci Ponno Riserva 2019
Cerulli Spinozzi Torre Migliori 2004
Le recensioni dei vini e relativi punteggi saranno pubblicati nella Guida Prosit 2025-2026.