Dopo oltre 300 campioni degustati possiamo dire di avere una visione quasi completa della denominazione che merita una disamina suddivisa per tipologie.  

 

Brut e Extra Brut

Le due tipologie sono diventate alternative l’una all’altra, data la riduzione dei dosaggi, difficile trattarle separatamente. Restano comunque la cartina di tornasole con cui misurare la bontà dell’annata, anche se si definiscono “senza annata”. Quasi dimezzata la produzione dei Brut una volta all’80% oggi al 40%

franciacorta-strada-2.jpgPh. by Consorzio Franciacorta

Brut Millesimato e Riserva

Anni addietro era la classe di Franciacorta più premiata, dove si trovavano le punte di diamante della Denominazione, oggi ha lasciato in gran parte il passo agli Extra brut Millesimati e Riserva e poi ai Dosaggio zero, ed è numericamente molto meno rappresentata. Il millesimo di riferimento è il 2020 e a seguire il 2019, ma troviamo anche annate via via più vecchie fino ad arrivare a un 2007 per gli Extra brut e ad un 2012 nei Brut. Qui il livello si alza in complessità ed in ampiezza olfattiva. In alcuni il passare degli anni non pare abbia intaccato gioventù e freschezza, quasi a voler dimostrare che tali e tante sono le potenzialità di invecchiamento che gli anni sui lieviti non hanno inciso significativamente e che la fase dell’invecchiamento è di là da venire. In un Millesimato e in una Riserva però ci aspettiamo di trovare qualcosa di più.

 

 

Satèn e Satèn Millesimato, è la tipologia che più fa parlare dentro e fuori dalla Franciacorta, quella che esiste solo qui e che ha subito delle evoluzioni stilistiche dettati sia dai progressi tecnici che dal cambiamento del gusto, passando dalle originarie percezioni morbide e cremose a quelle più secche e verticali degli ultimi anni con la conseguente perdita d’identità. Un’identità che gli assaggi di quest’anno, per lo più del 2020, sembrano voler recuperare. Nei prossimi anni capiremo se c’è stato un effettivo cambio di passo o se si tratta di un forte condizionamento dell’annata.

franciacorta-strada-5.jpgPh. by Consorzio Franciacorta

 

Rosé e Rosé millesimati,

Categoria abbastanza controversa e non solo in Franciacorta. Generalizzando due le tendenze ben distinte: rosé dalle tonalità buccia di cipolla, ramate, generalmente poco intense oppure rosé con toni da cerasuolo abbastanza intenso. Il Pinot nero c’è, sempre di più, molti Rosé franciacortini sono ormai 100% Pinot nero. Non di meno il frutto rosso fatica a venir fuori, quest’anno in particolare. Nelle versioni con toni più accesi, troviamo una maggiore presenza di frutto rosso, meno piccoli frutti come in anni precedenti, e una maggiore presenza di ciliegia matura, mela rossa, melagrana.

Nei Millesimati e Riserva questa sorta di consequenzialità tra colore e profilo olfattivo e gustativo del vino sono meno accentuate e, anche con colori più tenui, il Pinot nero esce con un frutto accattivante ed elegante al tempo stesso, sostenuto da sfumature agrumate che ritornano sul finale di bocca. Al palato troviamo sapienza, con finali nitidi, solo in pochi casi troppo verticali, cremosità ed equilibrio gustativo

 

Dosaggio zero: “Senza annata”, Millesimato e Riserva.

Il vino senza paracadute, nessuna possibilità di rattoppo, niente zucchero, niente liqueur, è la tipologia più rappresentata, non in volume, ma come numero di etichette, che sono circa 100 con una netta predominanza dei Millesimati e Riserva, dove troviamo le espressioni migliori. Nei millesimati 2020 e 2019 le spigolosità diventano un ricordo e ritroviamo la massima espressione di un Franciacorta, dove la maturità intrinseca del frutto dona al vino una naturale scorrevolezza e rotondità accompagnate da una grande freschezza e da qualche cenno di sapidità. Andando indietro negli anni, 2018, fino al 2012 inevitabilmente aumenta la complessità, con ingresso di note speziate, sfumature balsamiche, tostature mai eccessive, e in alcuni casi ancora una freschezza floreale e di frutto integro che dà pienezza e corpo senza appesantire. La bolla è cremosa, avvolgente, la trama dei vini è fitta, le acidità, eccezion fatta per qualche spigolosità o qualche connotazione eccessivamente agrumata, è sempre ben integrata. Le due riserve 2010 scontano soprattutto i problemi dell’annata, che fu, per chi la ricorda, particolarmente difficile.

Di seguito i vini che hanno ottenuto i 3 Prosit:

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