Il Metodo Classico in Oltrepò Pavese

 Quando si parla di Metodo Classico in Oltrepò Pavese non si può prescindere dal principale (e quasi assoluto) vitigno che viene utilizzato, ovvero il Pinot Nero.
Non per nulla la maggior superficie vitata con quest’uva si trova nel territorio oltrepadano che con circa 2.800 ettari costituisce il 60% di tutto il Pinot nero italiano, di questi 2.800 ettari ben 2.300 sono cloni adatti alla produzione di spumanti.

 La presenza del vitigno in Oltrepò risale al 1865 ed il suo utilizzo, nell’ambito della spumantizzazione è di qualche anno dopo, ad opera del Conte Carlo Giorgi di Vistarino che, unitamente a Carlo Gancia iniziano ad elaborare lo “champagne” italiano.

 N.-90-fotografandoltrepo-scaled.jpgN.90 =”https://www.consorziovinioltrepo.it”>Credits: Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese</a>

Da allora di strada ne è stata fatta molta e la qualità dei Metodo Classico dell’Oltrepò è costantemente cresciuta, prova ne è il risultato scaturito dalle ultime degustazioni effettuate per la Guida Prosit dove, su 29 campioni assaggiati (ci riferiamo ai vini bianchi), abbiamo assegnato i 3 Prosit a ben 14 vini.

Piuttosto interessanti anche gli spumanti proposti in versione rosa che, pur non raggiungendo i risultati di quelli bianchi, hanno ottenuto buone valutazioni.

Unico rammarico è che purtroppo si produce molto poco rispetto al potenziale, sono infatti solamente 560.000 le bottiglie di Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg alle quali vanno aggiunte circa 1.400.000 bottiglie di VSQ.

In copertina: N. 34 =”https://www.consorziovinioltrepo.it”>Credits: Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese</a>