Tenute dei Ciclopi nasce da un’amicizia antica, iniziata nelle aule dell’Università, tra Giacomo Palazzolo, Giordano Lorefice e Riccardo Messina, tutti legati alla terra del Vulcano

«Questi uomini che mietono messi e che vendemmiano le viti, ragazzo mio, non hanno né creato né piantato; la terra produce spontaneamente per loro tutte queste cose. Si tratta infatti dei Ciclopi, per i quali la terra produce i suoi frutti spontaneamente». Filostrato in Immagini racconta che questi uomini che mietevano le messi e vendemmiavano le viti erano i Ciclopi, per i quali la terra produceva i suoi frutti spontanea mente. Tra mito e realtà, i Ciclopi narrano la cultura millenaria dell’Etna, con le sue vigne coltivate nelle terrazze di pietra lavica. Il Nerello mascalese e il Carricante sono vitigni di montagna il cui cuore vibra per la spuma del mare, che guardano da lontano e di cui sentono il profumo nelle fresche sere d’estate. Secondo la mitologia greca, i Ciclopi abitavano le terre nere dell’Etna; figli del Dio Efesto e dotati di un solo occhio, lavoravano nel ventre del vulcano per costruire i fulmini per Zeus. Tenute dei Ciclopi nasce da un’amicizia antica, iniziata nelle aule dell’Università, tra Giacomo Palazzolo, Giordano Lorefice e Riccardo Messina. Sono tutti legati alla terra del Vulcano, pur lavorando in settori diversi rispetto la viti cultura: Giacomo si occupa di formazione ad alti livelli, Giordano è responsabile degli affari legali di una nota azienda di produzione cinematografica e Riccardo è presidente di un’organizzazione non governativa associata al Dipartimento di Global Communica tion delle Nazioni Unite. Tutti loro viaggiano spesso in giro per il mondo, ma, quando possono, ritornano nella loro amata Sicilia. Giacomo è l’unico dei tre che abita in Sicilia e ci racconta come siano tornati nel 2020 a causa del blocco della pandemia, a ripensarsi “sici liani” e quindi mettere in atto ciò che avevano immaginato da ragazzi. A marzo del 2020, acquistano le vigne e già a settembre sono pronti con la prima vendemmia. Hanno affidato le loro vigne, a Salvo Foti, l’enologo che ha rifondato la viticoltura etnea. Producono vini Etna DOC e coltivano esclusivamente vitigni autoctoni: il Nerello mascalese e il Nerello cappuccio per i rossi, il Carricante e il Catarratto per i bianchi. La caduta degli Dei riguarda proprio i Ciclopi, identificati con i proprietari delle vigne da cui loro hanno comprato e per il grande rispetto portato hanno lasciato i nomi di origine, perché senza di loro, questi “giganti della terra” non ci sarebbero i vigneti e di conseguenza il vino, inte so come radici, il ritorno a casa, il grande tema del nòstos, che impregna e accomuna tutti i popoli della Magna Grecia. La sostenibilità dell’Etna significa adottare dei metodi di coltivazione che siano rispettosi della tradizione, unendo l’approccio biolo gico al rispetto del suolo e delle vigne. Preservare le tradizioni millenarie, rispettare il lavoro delle donnee degli uomini etnei, che da millenni lavorano per coltivare vigne nei crateri spenti, vero patrimonio dell’umanità. Tenute dei Ciclopi significa assaporare un nettare minerale come i piroclasti e sapido come la brezza marina che scorre tra i filari, ma vuol dire anche sostenere la comunità che continua a vivere in queste terre. I vigneti I vigneti aziendali si trovano a Castiglione di Sicilia e a Randazzo, sul versante nord dell’E tna, e a Milo, sul versante est. Le piante si al ternano a lingue di pietra lavica nera: si sono formate nel 1981 nel corso dell’“eruzione di Randazzo”, quando le fenditure si aprirono a 1.165 metri su livello del mare, a poche centinaia di metri dai vigneti. Il microclima è unico: non solo per l’effetto termoregolatore del mare, lontano meno di 20 km, ma anche per quello del vicino fiume Alcantara, che scorre nella valle che separa l’Etna dai monti Nebrodi. Vigne Savoca e Campisi: Contrada Dicias settesalme, a Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia, a quota 480 metri s.l.m.e circa 600 metri s.l.m. in linea d’aria dalle rive del fiume Alcantara, si trovano le vigne Savoca e Campisi, impiantate negli anni Settanta del secolo scorso. Vigna Vicario: Contrada Feudo di Mezzo, a Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia, a quota 540 metri s.l.m., si trova uno dei vigneti più importanti dell’azienda, vi gna Vicario. Le 4.500 piante sono rette cia scuna da un palo di castagno. Vigna Nucifora: Contrada Pino, nel comune di Randazzo, all’interno di un antico cratere spento, tra castagneti e querceti, a quo ta 943 metri s.l.m., si trova una delle vigne più alte dell’Etna, interamente impiantata a piede franco, da viti ultracentenarie prefil lossera. Vigna Scrivano: Contrada Pignatuni, a Randazzo, a 650 m s.l.m., si trova vigna Scrivano, una piccola cru di 2.000 m2 in teramente impiantata ad alberello, con viti antiche di età superiore a 90 anni. Le viti di Nerello mascalese hanno una den sità altissima, metodo di coltivazione che restituisce vini di altissima qualità. Vigna Di Pietro: Contrada Rinazzo, a Milo, a 860 m s.l.m., all’interno di un canale di scorrimento lavico che l’uomo ha nel corso dei secoli reso meno scosceso realizzando terrazze di pietra lavica, sorge vigna Di Pie tro. In questo territorio nasce l’Etna Bianco Superiore di Tenute dei Ciclopi. Si tratta di uno dei 15 vini dell’Etna a potersi fregiare di questa denominazione.