Nel numero 36 della rivista L’Assaggiatore:

Il successo delle bollicine, e il piacere del loro consumo, ci ha spinto a creare uno speciale davvero unico sulla tipologia, onnicomprensivo nelle tematiche e capace di attraversare e coinvolgere l’intero numero 36 de L’Assaggiatore.

Approfondimenti storici sull’effervescenza, essenza stessa dello spumante; focus sulla nascita della spumantistica italiana e, ancora, interviste a protagonisti del mondo delle bollicine: sia provenienti dal contesto produttivo, come Stefano Grilli, celebre per i suoi Ancestrali, e Stefano Pola, eminente interprete del Conegliano Valdobbiadene e della viticoltura di montagna; sia da quello comunicativo, con lo spazio dedicato ai pensieri, sul tema, del sopracitato Francesco d’Agostino. Infine, il resoconto dettagliato di due eventi unici, targati ONAV: quello sul Mondo delle bollicine e la scienza dello Champagne, lectio magistralis di Gérard Liger-Belair, professore di Chimica e Fisica all’Università di Reims, e quello attorno alla figura di Federico Martinotti, a cento anni dalla sua scomparsa.

Al di là della cover story Universo Spumanti, le bollicine sottili sono ancora protagoniste nella verticale dei due Franciacorta Extra Brut Millesimato e Dosaggio Zero Riserva della cantina franciacortina Lo Sparviere; nel servizio sul territorio dei Colli Euganei, con i suoi spumanti dolci e vini passiti; nei racconti dell’azienda trentina Maso Martis e della maison di Champagne Abelé 1757; nell’intervista a Silvia e Francesca Uberti, donne di Franciacorta e vignaiole per nascita, come anche nelle rubriche dedicate alla legislazione e ai libri.

Un numero dal taglio sicuramente tecnico e storico, ma anche avanguardista, in cui, attraverso la lente di ingrandimento sugli spumanti, abbiamo esaminato la contemporaneità del vino italiano e guardato al futuro, sfiorando temi come il cambiamento climatico e l’incremento dei vigneti appenninici, dall’Abruzzo all’Umbria, le variazioni delle preferenze dei consumatori, ma anche l’importanza del territorio e delle uve in una tipologia, spesso troppo frettolosamente, ricondotta alla tecnica di produzione anziché all’origine.