Sarebbe banale dichiarare 70 anni e non sentirli. E, nel nostro caso, non corrisponderebbe al vero. Perché ONAV i 70 anni li sente, orgogliosamente li vive, li celebra e ne fa tesoro in modo consapevole, sapendo di costituire un mattone importante nella costruzione del mondo enologico italiano
Leggendo le cronache degli anni ‘50, le motivazioni che hanno spinto un gruppo di ricercatori, scienziati, visionari amministratori a fondare la nostra Organizzazione si aprono molti spunti di riflessione: chi ci ha preceduto era proiettato in un mondo che non era ancora realtà ma che lo sarebbe divenuto nel giro di un paio di decenni. Non è qui il caso di ricordare cosa fosse e cosa costituisse il vino nell’Italia di quegli anni, quanto fosse distante dalla sua “cultura diffusa” che oggi investe il nostro quotidiano. Fa quasi tenerezza, infatti, rileggere l’enfasi della dichiarazione dell’allora Presidente della CCIAA di Asti, Dottor Aldo Pronzato, il 28 ottobre del 1951, in occasione di una tornata dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino: «ONAV è un’istituzione unica e nuova per l’Italia che nasce tra queste mura della Camera di Commercio di Asti e da queste mura si irradia per tutta la Penisola e per le isole ed è destinata a permeare dei suoi benefici effetti i gangli di qualsiasi forma di commercio o di diffusione del vino». Era questo il momento della fondazione della nostra ONAV e queste le prime parole della sua presentazione pubblica.
ONAV è protagonista, forse non del tutto consapevole, di questo pezzo di storia, di questi 70 anni vissuti con il “calice di vino in mano”. Prima Associazione al mondo a occuparsi di formazione nel mondo del vino, da subito, insieme all’allora Associazione Enotecnici Italiani, condivise una scheda per l’analisi tecnica e organolettica dei vini segnando il nostro carattere: un’associazione di non esclusivamente tecnici che però intendeva formarsi su criteri scientifici, voleva approcciarsi al vino in maniera razionale e obiettiva. Si trattava del primo tentativo al mondo di dare un numero alla qualità di un vino.
ONAV ha inequivocabilmente seminato un germe che costituisce da allora la base di un dibattito dialettico ancora vivo: è possibile trasformare un giudizio qualitativo soggettivo in un numero che, per sua essenza, contiene il significato di oggettività? A distanza di 70 anni ancora si parla di questa apparente contraddizione, di questo presunto ossimoro ma da allora ad oggi, anche se in maniera diversa, il punteggio è diventato il sistema universalmente riconosciuto per descrivere sinteticamente la qualità di un vino, e non solo. Pensiamo alla miriade di giudizi, alle molteplici guide, alle riviste che contribuiscono a definire il profilo qualitativo di questo prodotto e allora potremo riflettere su quanto quel germe oggi sia stato fertile.
Ma, verrebbe da chiederci, noi dell’ONAV ne siamo consapevoli?
Da questa domanda vorremmo partire per riflettere anche sul nostro presente e sulla visione di un futuro che sta iniziando oggi.
Stiamo appena uscendo, forse, dalla crisi pandemica che ci ha investito ed in questo periodo di scarsa attività formativa frontale abbiamo avuto il tempo di riflettere sul senso attuale dell’esistenza di ONAV in un mondo apparentemente legato imprescindibilmente all’immagine della qualità piuttosto che alla sua essenza. Potremmo sommariamente indentificare alcune linee guida che ONAV deve perseguire:
essere sempre più qualitativi e vicini al mondo scientifico;
ascoltare la richiesta di formazione e, nel caso, allargarla;
estendere la conoscenza a tutto il mondo enologico;
abbinare strumenti didattici tradizionali con altri innovativi;
creare curiosità per l’approfondimento;
dialogare con il mondo produttivo in modo trasparente e collaborativo.
Sei punti cardine sui quali crediamo sia questa l’occasione per spendere a condividere alcune considerazioni.
Essere sempre più qualità formativa: i nostri corsi e gli eventi sono e devono restare alla base delle nostre attività. Il ciclo formativo, ormai consolidato con i corsi di 1°, 2° e 3° livello, deve puntare all’eccellenza per quanto riguarda i vini e le docenze offerte.
Il corso di 3° livello è un esempio straordinario dell’importanza di essere l’unica Associazione ad avere un comitato scientifico. Grazie al Prof. Gerbi, docente di Enologia dell’Università di Torino nonché Presidente del Comitato Scientifico ONAV, infatti, il 3° livello è una Scuola Universitaria condotta e coordinata dall’Università stessa.
Per quanto riguarda i vini, ad esempio dei corsi di 1° livello, ci siamo adoperati in modo essi rappresentino non solo realtà locali ma la variabilità e la specificità dell’intero territorio nazionale. Per quelli di 2° livello già oggi offriamo una gamma selezionatissima di elevato livello qualitativo. Per quelli di 3° livello puntiamo su vini sperimentali e/o spesso non ancora in commercio, coerenti con le lezioni dei docenti universitari.
Tema docenze: siamo consapevoli che l’aggiornamento sia alla base della l qualità dell’insegnamento. Quindi organizziamo dei seminari/master periodici cui i docenti devono essere coinvolti per raggiungere questo scopo. Abbiamo già avviato una revisione dei criteri di abilitazione alle docenze che stanno rinnovando ed ampliando l’albo dei docenti ONAV.
La formazione ha iniziato a viaggiare anche via web con i cicli #lascienzaciracconta condotti da professori universitari di chiara fama su temi di attualità scientifica. Siamo giunti in questo 2021 al 5° ciclo di questa iniziativa con più di 30 serate monotematiche totali. Relatori fra gli altri: i professori Gerbi, Moio, Scienza, Failla, Bavaresco, Lambri, Stefanini, coinvolgendo le Università di Torino, Milano, Piacenza e la Fondazione Mach di San Michele all’Adige.
Per non parlare del corso in viticoltura in 10 lezioni condotte dal Prof. Fregoni che si concluderà a dicembre.
Nel 2022 offriremo un corso in enologia applicata sempre in 10 lezioni.
Ascoltare la richiesta di formazione e, nel caso, allargarla: i soci devono essere l’elemento propulsore delle nostre proposte. Dobbiamo ascoltarli e recepire il più possibile i loro messaggi che spesso interpretano esigenze più ampie.
Il vino resta fondamento della nostra Associazione.
Parallelamente, però, abbiamo avviato il progetto #nonsolovino che intende, sempre nel segno dell’eccellenza didattica, allargare il nostro orizzonte al mondo gastronomico in generale e avvicinare la nostra associazione anche a quello della sommellerie.
Estendere la conoscenza a tutto il mondo enologico: il mondo del vino negli ultimi 20 anni si è andato sfaccettando con la sempre maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale. Dapprima il mondo BIO e oggi quello dei genericamente individuati come SOLA (acronimo inglese per sustainable, organic, low-alcohol, alternative), comprendenti vini vegani, senza solfiti aggiunti, biodinamici, “al naturale”, Abbiamo cercato quindi di intercettare un mondo del vino molto più “fluido”.
Questo mondo così diverso non può essere disconosciuto né affrontato con pregiudizio o incompetenza. Ecco l’istituzione di un approfondito Master teso a estendere la conoscenza e l’approccio a tutti i soci che vedono in questo ambiente un possibile, potenziale interesse.
Abbinare strumenti didattici tradizionali con altri innovativi: la formazione frontale è e resta il nostro modo principe di creare un rapporto vivo e fertile con i nostri soci. Il vino ha bisogno di essere vissuto con passione e con personale coinvolgimento. Ma non possiamo pensare che il mondo sia e resti solo questo. Molti soci, o potenziali tali, non sono nelle condizioni di partecipare alle nostre attività frontali, sia per motivi geografici, sia per ragioni professionali o personali.
Abbiamo creato e attivato il primo corso sul vino interamente on line, #vinodentro, assumendoci la responsabilità e la capacità di confezionare i vini in assaggio tecnico in mignon da 50 ml, imbottigliati in ambiente inerte e sigillati con tappo a vite a bassissimo scambio di ossigeno. Lanciato a gennaio 2021 questo corso ha avuto un grande successo di partecipanti e di critica.
La sede nazionale, avendo acquisito questa capacità tecnica, ha condotto, quasi tutti i lunedì sera, webinar monotematici in collaborazione con aziende e consorzi di tutela offerti ai nostri soci insieme ai vini sempre confezionati in mignon da 50 ml. Questo ha consentito di portare non solo la teoria ma anche la pratica a casa di tutti i soci interessati, via web.
Queste attività, parallele alle tante svolte preziosamente dalle nostre sezioni territoriali, hanno consentito anche alla sede nazionale di divenire attrice e non solo coordinatrice dell’Associazione.
Creare curiosità per l’approfondimento: vino di territorio, terroir, vitigni storici e antichi, tecniche di produzione, nuove tendenze di produzione e di consumo devono diventare il nostro mantra. Il mondo del vino vive di tradizione ma è banale ricordare che la tradizione è l’innovazione che ha fatto successo nel tempo.
Aprirci ai vini di tutto il mondo enologico nazionale ed internazionale, fare conoscenza della bellezza della sua variabilità ecosistemica e genetica, valorizzare le peculiarità locali, vivere l’atmosfera della passione produttiva delle migliaia di artigiani della vite e del vino che popolano il nostro mondo: questi gli obiettivi nella scelta delle tematiche da offrire ai nostri soci.
Dialogare con il mondo produttivo in modo trasparente e collaborativo: viviamo di, con e per il vino e senza i produttori, che ne sono i veri interpreti, interpreti, ogni progetto sarebbe vano. La nostra idea è sviluppare questo dialogo certamente attraverso l’assaggio dei vini durante i nostri momenti formativi (corsi, eventi, manifestazioni) ma anche attraverso la nostra rivista L’Assaggiatore, nostro prezioso fiore all’occhiello, e la Guida Perenne Prosit.
La rivista deve essere sempre e restare un momento di informazione e di approfondimento tematico. Deve, quindi, essere uno strumento per diffondere le nuove acquisizioni scientifiche e, al contempo, costituire fonte di conoscenza del mondo produttivo attraverso la storia dei suoi interpreti e l’assaggio dei loro vini.
La Guida Prosit deve essere il modo per coinvolgere i nostri associati in un approccio conoscitivo del vino italiano, continuo ed in perenne evoluzione. La Guida deve diventare il nostro modo di tenerci aggiornati sulle potenzialità delle diverse vendemmie, sulle tendenze e le evoluzioni delle aree produttive, un confronto di idee e valutazioni eseguite in maniera trasparentemente anonima e unica, nello spirito etico che ci contraddistingue.
L’interazione e la sinergia fra rivista e guida sono il segno della potenzialità espressa della nostra passione.
Questa è l’ONAV che vogliamo, interattiva, dinamica, fluida, attenta, curiosa, etica e trasparente. Ed il nostro sito e l’integrato gestionale maggiordomo ad esso connesso sono pronti per essere gli strumenti organizzativi di tutte le nostre attività e i contenitori di informazione per tutti i nostri soci.
Ecco il peso dei nostri primi 70 anni: esperienza che si deve tradurre nella capacità di interpretazione del presente e del prossimo futuro con un’attenzione rispettosa e coinvolgente di tutti noi soci, anima vera e pulsante della nostra Associazione.